La 25° ora, determinarsi al buio
di Andrea Bruzzi Mi sembrava buffo, a tratti caricaturale, quell’omino esile, vissuto e consumato come un vecchio cerino. Mi incuriosiva la sua andatura, incerta, discreta. Eppure tutte queste sensazioni quasi di compassione - dunque legate quasi ad una simpatia mascherata da empatia - erano altalenanti nella mia testa, perché conoscevo abbastanza bene l’utente che si apprestava ad entrare in comunità e conoscevo abbastanza bene il suo vissuto. Sapevo che, associato a quello stile personale tanto curioso, aveva di riflesso un atteggiamento tanto contrastante ed oscuro. Sicuramente negativo. Come se avesse un “alter ego”, un doppio io che nascondesse la parte peggiore e tendesse ad enfatizzarne quella positiva. Alcuni giorni dopo il suo ingresso in comunità, nelle ore nelle quali generalmente i nuovi utenti provano a stabilizzarsi ed ambientarsi, mi sembrava talmente strano che lui avesse già allestito la sua postazione letto come se fosse l’ultimo posto nel quale trascorre